
La barbarie delle guerre, delle torture, delle violenze estreme, l’efferatezza di una guerra totale fomentata dall’Occidente attraverso politiche economiche e conflitti creati ad arte, non sembra turbare le coscienze sopite di questa parte del mondo. Coscienze allarmate, invece, solo dal nazionalistico timore di ospitare sui propri territori persone dal colore della pelle diverso.
Uomini, donne e bambini che intraprendono il “viaggio per la vita” – quel viaggio che sempre più spesso si tramuta in “viaggio della morte” - pagano un prezzo salatissimo: annegamenti, respingimenti, reclusione nei “limbi della pseudoaccoglienza”, privazione e negazione dei diritti più elementari. È questo l’inferno dei “graziati”, di coloro che non finiscono nelle bare di stato, nelle fosse comuni di Lampedusa o sepolti in fondo a quel cimitero a cielo aperto che si chiama Mediterraneo. Welcome refugees, benvenuti nella civiltà! La civiltà di un’Europa miope, indifferente, ripiegata sul proprio egoismo. La civiltà di un paese che plaude ai proclami nazifascisti di chi impone politiche di chiusura, di rifiuto, di negazione. Di chi semina odio e intolleranza, nell’inappuntabile continuità dei governi che lo hanno preceduto alla guida del paese. Di chi ha inaugurato, con l’Emergenza Nord-Africa prima e con il Piano di Accoglienza Straordinaria poi, le stagioni della vergogna e della disumanità. L’accoglienza che si edifica sulla logica dei numeri: il numero degli appalti, quello dei pasti distribuiti, quello delle rette giornaliere erogate da prefetture compiacenti.
La Campagna “LasciateCIEntrare” denuncia, da anni, il malaffare che sta dietro all’accoglienza emergenziale. Infinite volte abbiamo toccato con mano il lerciume che sta dietro agli appalti milionari sulla pelle dei migranti. Sempre abbiamo denunciato! Consapevoli delle ritorsioni che, inevitabilmente, sarebbero sopraggiunte. Incuranti delle minacce, delle intimidazioni, dei ricatti, a volte dal sapore vagamente mafioso. La notizia delle denunce pervenute nei confronti di un nostro grande amico ed ex attivista, Maurizio Alfano, nell’esercizio del suo incarico istituzionale, quale coordinatore della consulta regionale sui MSNA, e della giornalista RAI Maria Elena Scandaliato, ci indigna fortemente.
Ci indigna il fatto che in un momento storico in cui i diritti fondamentali dell’essere umano vengono costantemente e consapevolmente annullati in nome di nuovi e feroci nazionalismi di mussoliniana memoria, ledendo qualsivoglia norma giuridica e di civiltà/umanità, due persone vengano denunciate semplicemente per aver svolto il proprio lavoro e aver adempiuto al loro dovere di essere umani. Denunciati per aver portato alla luce i soprusi perpretati sulla pelle di minori stranieri non accompagnati in un centro di accoglienza del vibonese. Soprusi che la Campagna LasciateCIEntrare aveva segnalato al Garante dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione Calabria, in seguito a numerose segnalazioni.
Siamo, quindi, vicini a Maurizio e Maria Elena, così come saremo sempre vicini a chi, in maniera seria, coraggiosa e determinata si impegna a lottare, sempre e comunque, contro gli abusi e le angherie dei carnefici della terra.
Ribadiamo ancora una volta, a sciacalli e affaristi, che non cederemo mai il passo all’indifferenza.
Ribadiamo ancora una volta, a tutti i fabbricanti di odio e intolleranza, che non arretreremo nella difesa di chi non ha voce.
L'art. 1 della Convenzione contro la tortura, approvata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1984, definisce tortura "ogni atto per mezzo del quale un dolore o delle sofferenze acute, sia fisiche che mentali, vengono deliberatamente inflitte a una persona da agenti della pubblica amministrazione o su loro istigazione o comunque da altre persone che agiscono in posizione ufficiale […]”.
Tale definizione è quella che ha ottenuto il più ampio riconoscimento a livello mondiale: alla fine del 1998 la convenzione è stata ratificata da 122 paesi. Nonostante sia vietata da numerose convenzioni internazionali, prima fra tutte la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, la sua pratica è denunciata in oltre cento paesi nel mondo.
Secondo i dati raccolti nel 2017 da Medici per i Diritti Umani, e secondo numerosi altri studi, almeno l’85% dei richiedenti asilo che vivono in Italia ha subito in Libia forme di tortura grave o abusi, e nello specifico il 79% è stato trattenuto/detenuto in luoghi sovraffollati ed in pessime condizioni igienico sanitarie, il 60% ha subito costanti deprivazioni di cibo, acqua e cure mediche, il 55% gravi e ripetute percosse e percentuali inferiori ma comunque rilevanti stupri, ustioni, falaka (percosse alle piante dei piedi), torture da sospensione, obbligo ad assistere alla tortura o all'uccisione di terzi e ancora altre efferatezze. I dati sono, evidentemente, sottostimati, ma offrono un quadro chiaro relativo alle violenze sistematiche a cui vengono sottoposti tutti i migranti che giungono dalla Libia nel nostro paese.
Il Seminario formativo, partendo dalla descrizione dell'attuale situazione politica nel paese nord africano, dalle nozioni giuridiche sul diritto di asilo e dall’analisi del sistema di accoglienza italiano, cercherà di fornire gli strumenti medico-legali per riconoscere la tortura nei richiedenti e titolari protezione internazionale o umanitaria.
Il Seminario si terrà nelle giornate del 21 e 22 settembre, presso la sede Regione Calabria ex INAPLI di Cosenza, in via C. Gabriele, 49.
Le iscrizioni sono limitate a 150 persone.
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Per info: lasciatecientrarecs@gmail.com - formazione@meltingpot.org
La diretta streaming del convegno è disponibile sul canale Youtube della Campagna cliccando qui.
N.B.: è in corso la richiesta di accreditamento presso i Consigli degli Ordini degli Avvocati, degli Assistenti Sociali e dei Giornalisti. Al termine del corso verrà rilasciato a tutti i frequentanti un attestato di partecipazione.